Siamo qui all’Edicola Michela, ospiti dall’appassionato titolare Luca Tonelli, in compagnia del nuovo portiere del Gozzano Gian Marco Crespi, quando mancano pochi giorni all’inizio del secondo campionato professionistico nella storia del sodalizio cusiano. Il primo in cui la società sarà orfana del suo storico patron, Alberto Allesina, il cui nome resterà scritto per l’intero campionato sul colletto della maglia di ciascun giocatore.

Allora Gian Marco, raccontaci qualcosa di te…

Sono nato a Udine, il 28 giugno 2001, quindi ho da poco compiuto 18 anni. 189 centimetri per 80 chili e gioco in porta. Arrivo dalla primavera dell’Udinese, società in cui sono cresciuto dall’età di otto anni.

Come mai portiere?

Giocavo da attaccante, avevo sette anni, nella squadra del mio paesino a 7 chilometri da Udine. Nell’estate i miei mi hanno regalato una settimana di camp estivo con la struttura dell’Udinese calcio come premio per la promozione scolastica. E per qualche strano motivo ho chiesto io di provare a fare il portiere. Ed è stata l’intuizione giusta. Sono piaciuto subito ai tecnici che mi hanno voluto tra i pulcini dell’Udinese già dal settembre successivo.

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Come mai la scelta del salto tra i professionisti in Serie C quando avevi ancora due stagioni davanti nel torneo Primavera?

A Udine avevo poco spazio, per la presenza nel mio ruolo di un altro ragazzo validissimo e quindi, volendo giocare ho valutato altre proposte. Ho scelto Gozzano perché mi ha chiamato Mister Sassarini, mio tecnico a Udine lo scorso anno e che ha voluto credere in me.

Primo anno via da casa quindi?

Sì è la prima volta che sarò fuori e dovrò cavarmela, sarà anche questo un modo di crescere umanamente e professionalmente. Dovrò organizzarmi per far fronte a tante piccole cose della vita che fino a poche settimane fa trovavo pronte a casa.

Per la scuola che scelte hai fatto?

Non ho assolutamente lasciato. Mi sono iscritto a Borgomanero, con indirizzo Grafica e Comunicazione. Il calcio può darmi tanto ma anche togliere e dunque bisogna sempre avere un piano B. Vedrò poi con l’aiuto della società e della scuola come riuscire a conciliare lezioni e allenamento.

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Il tuo obiettivo quest’anno?

Giocare il più possibile e vedere come andrà. Cercare insomma di conquistare la maglia da titolare. Sono contento di aver fatto questa scelta, a fine stagione poi valuteremo.

I compagni più esperti come ti hanno accolto?

Mi aiutano sempre in allenamento. Quando c’è da farmi una critica me la fanno, allo stesso modo se merito un complimento. Alle mia età le critiche sono fondamentali per imparare il mestiere. Sono ragazzi alla mano, per nulla sbruffoni e non fanno pesare la grande esperienza anche in campionati stranieri che hanno alle spalle.

L’obiettivo del Gozzano resta la salvezza?

Certo, questo è quanto dichiarato dai dirigenti e quanto noi inseguiamo. Io però al momento ho buone sensazioni su quella che sarà la nostra stagione. Il Mister è molto sicuro delle sue idee. Fa giocare un bel calcio. Se lo seguiremo potremo arrivare a fare grandi cose.

A Gozzano quest’anno c’è un’attesa molto particolare per via della scomparsa di Alberto Allesina, che tu non hai fatto in tempo a conoscere. Ci sarà forse un occhio in più di tutto il paese che si aspetta come un omaggio alla sua memoria da parte della squadra.

Mi è dispiaciuto non averlo conosciuto, visto quanto ho sentito ha fatto qui per il calcio. Uno sforzo in più lo faremo anche per lui.

Cosa puoi dirci di Paulo Vitor Barreto, la grande scommessa del Gozzano e del DS Casella per questa stagione?

Un grande giocatore. Si vede che ha gocato in Serie A. Ha le giocate di un calciatore di categoria superiore. E’ un ragazzo molto umile e lo stimo molto. Ci tiene davvero e lavora tantissimo.

A questo punto Gian Marco ci chiede di poter ringraziare chi lo ha aiutato ad arrivare ad essere un professionista, seguendolo fin da quando era bambino all’Udinese, e gli diamo volentieri la parola.

Devo ricordare assolutamente e ringraziarli i preparatori dei portieri e i tecnici delle giovanili, Diego Del Piccolo, adesso a Trieste, che ho avuto in quasi tutto il settore giovanile, fino all’ultimo anno di alievi, poi Davide Camatta che adesso allena a Udine i Primavera, e poi Brunner e Marcon preparatori dei portieri anche della formazione di Serie A. Naturalmente un grazie va alla mia famiglia che mi ha sempre supportato e sostenuto e cerca sempre di essere presente quando gioco. E mio fratello Gianluca, anche lui portiere nella squadra del paese ed ex Udinese.

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Hai altre passioni sportive?

Mi piace giocare a tennis ma adesso devo concentrarmi solo ed esclusivamente sul calcio per giocarmi tutte le mie carte fino in fondo, visto che questa Serie C col Gozzano potrebbe davvero essere la mia occasione da non sprecare.

Che numero di maglia hai scelto e perché?

Il 22. Non c’è un vero e proprio perché. Mi piaceva e l’ho usato nella prima amichevole che ho giocato contro la prima squadra e così ho deciso di mantenerlo.

Ringraziamo quindi Gian Marco, che diciamolo, ci ha particolarmente colpiti per la serietà e il rispetto dimostrati e non solo in rapporto ai suoi 18 anni ma in generale. Lo lasciamo alla sua nuova avventura professionale e anche alla scoperta di un nuovo mondo, quello piccolo e magari un po’ chiuso di Gozzano che però sa riconoscere e apprezzare chi porta con se valori sani e combatte per inseguire il suo sogno di quand’era bambino.