I fatti li conosciamo tutti.
Con 11 partite da giocare e soli 6 punti di distacco dalla salvezza diretta badate bene, non dai playout, il Gozzano è stato retrocesso ieri d’ufficio in Serie D da una delibera del Consiglio Federale. Certo la situazione era molto particolare, riprendere il campionato in maniera integrale in C era praticamente impossibile. Certo il Governo ha concesso per l’occasione poteri speciali alle varie federazioni. Certo nella stessa situazione del Gozzano ci sono piazze ben più popolose come Rimini e Rieti e dunque non si può dire che la decisione è stata presa perché il paese è piccolo e conta zero. Certo anche in Serie D ci sono ben 36 società che si ritroveranno in Eccellenza senza poter provare a recuperare posizioni nell’ultimo terzo di stagione visto l’annullamento dei campionati.
Acquisiti e messi a verbale tutti questi “certo”
però è anche vero, è soprattutto vero, che a Roma come spesso succede e non solo nello sport, non si è guardato in faccia a nessuno e soprattutto si è ignorato il Diritto, quello con la D maiuscola di cui in altri tempi si diceva che la città capitolina fosse la culla, la patria. Anni ormai dimenticati. Ora conta solo la convenienza, il non scontentare certi personaggi che hanno il pallino in mano e sicuramente hanno fatto anche grossi investimenti. Mentre quelli fatti dai piccoli, probabilmente maggiori se guardiamo alla percentuale rispetto ai bilanci delle aziende sponsor possono essere impunemente calpestati.
In una situazione come quella che abbiamo appena vissuto,
nell’impossibilità di far ripartire i campionati minori c’erano due soluzioni possibili che avrebbero potuto essere applicate se diritto e ragione avessero prevalso su forza bruta e interessi personali.
La prima è l’annullamento totale dei campionati, i tornei non sono finiti, non c’è un regolamento preesistente che normi in uno stato di certezza del diritto cosa fare dunque si riparte a settembre da zero con gli stessi organici del 2019/20 salvo fallimenti e rinunce.
La seconda è promozioni sì, retrocessioni no, con tornei eventualmente in sovrannumero nel 2020/21, ma ragioniamo… Se la Serie A e la B finiranno regolarmente come sembra in C avremmo avuto 4 retrocesse, 56 già parte dell’organico e 9 promosse dalla D. 69 squadre, che coi problemi che affliggono la categoria da anni si sarebbero ridotte da sole di parecchio, rendendo necessari magari dei gironi a 21/22 per una sola stagione. Nessuno sarebbe stato danneggiato e il Diritto avrebbe nuovamente avuto maiuscola la sua D.
Invece si è preferito falciare indiscriminatamente società sane come il Gozzano
per una serie di circostanze fortuite. Se ad esempio il virus fosse arrivato in Italia qualche settimana prima i cusiani si sarebbero trovati ben più in alto in classifica e avrebbero giocato quanto meno i playout. La società ha emesso un duro comunicato e sicuramente non mancherà di far valere le sue ragioni nelle aule della giustizia sia sportiva che ordinaria.
Sono invece meno d’accordo
con la successiva scelta di entrare in silenzio stampa fatta dalla dirigenza subito dopo. Del resto, non me ne vogliano i dirigenti gozzanesi, un giornalista che si dichiarasse felice per un silenzio stampa avrebbe la stessa credibilità di un oste astemio.