Ero lo scorso venerdì a Borgomanero presso i nuovi locali del CISS, per la presentazione del progetto di Gazza Ladra, sostenuto dalla Fondazione Comunità del Novarese, “La Bussola per un Viaggio Imprevisto”. Mi trovavo lì da diretto interessato, visto che nostra figlia Maria, otto anni lo scorso dicembre, è autistica, e da ormai quasi sei anni, dai giorni della diagnosi mia moglie ed io stiamo affrontando con lei proprio il viaggio imprevisto. Un viaggio iniziato all’improvviso, senza che noi fossimo preparati. Un viaggio che durerà a lungo.
Durante la serata mi è stato chiesto di portare la mia testimonianza di genitore, e l’ho fatto raccontando per sommi capi la battaglia contro i mulini a vento che ti sembra di dover affrontare quando sai. L’importanza dell’aiuto che associazioni come Gazza Ladra e progetti come quello presentato possono darti, dovendo però sempre tenere ben presente che non possono, e non devono, darti tutto, perché l’autista di tuo figlio resti tu.
Il nostro viaggio spesso è stato un viaggio vero. Non abbiamo mai nascosto Maria, né abbiamo mai avuto problemi a parlare del suo stato, nemmeno con estranei che magari guardavano stupiti qualche suo atteggiamento pubblico. Non c’è nulla da nascondere, è meglio spiegare e anche prendere le dovute misure perché la persona autistica non vada troppo a turbare la tranquillità degli altri, perché ne hanno diritto indipendentemente dai nostri problemi.
Maria dunque ha già visto molti angoli di mondo, l’Inghilterra, la Spagna, la Francia, la Svizzera, e quasi tutte le regioni italiane. E sempre ha amato questi viaggi e spesso è riuscita a coglierne aspetti. Ricordo ad esempio la sua gioia incredibile tra le fontane di Villa d’Este a Tivoli quando ancora non aveva quattro anni.
O le corse a piedi scalzi nei giardini di Saint James’s Park a Londra. Certo non è facile, certo non bisogna scoraggiarsi. E’ importante che non ci sia vergogna, che non ci siano timori nell’affrontare la situazione. E chi come me, passatemi l’immodestia, è in grado di farlo deve anche raccontarlo, scriverne, dare informazioni. E questo farà sulle web colonne del Caffè della Sbarra la rubrica che state leggendo, ” L’Autista Autistico” in cui racconterò storie personali, che forse potranno aiutare altri genitori, altri ragazzi autistici: perché ricordatevi che il pullman, volenti o nolenti, lo guidate voi.